Il regista scelto come maestro di Bottega della prima edizione di Fare Teatro nel 2022 è Marco Baliani che lavora con gli attori e le attrici, selezionati tramite bando nazionale, su Antigone di Sofocle, tragedia rappresentata in prima nazionale al Festival di Teatro Antico di Veleia.
«Un corso di formazione teatrale esercita la sua valenza se è capace di trasmettere saperi ed esperienze, ma deve essere anche il luogo in cui maieuticamente accade il contrario: c’è un sapere che proviene anche dall’attore che partecipa al processo formativo. Basta esser capaci di stare reciprocamente in ascolto.
Il corso-laboratorio che si è aperto qui a Piacenza è un luogo di scambio e di scoperte. Solo così ha senso mettere al centro del percorso le figure mitiche di Antigone, Creonte, Ismene, Tiresia e tutti gli altri. È un compito difficile, richiede agli attori partecipanti un impegno che va molto oltre la pur necessaria capacità interpretativa. Chiede agli attori di essere artisti capaci di autorialità, intessendo con me un dialogo costante ma anche contraddittorio, vivo, creativo».(Marco Baliani, Maestro di Bottega XNL-Fare Teatro 2022). Ad affiancare Marco Baliani, impreziosendo il percorso formativo e lo spettacolo, maestri d’eccezione come la costumista premio Ubu Emanuela Dall’Aglio, l’attore ronconiano, decano del teatro Massimo Foschi, la giovane promessa Petra Valentini e il compositore e musicista Mirto Baliani. Questi i nomi dei corsisti e delle corsiste provenienti da tutta l’Italia: Alessandro Apostoli, Francesca Barbieri, Silvia Bertocchi, Elia Bonzani, Lorenzo Carpinelli, Raffaele De Vincenzi, Carlo Fabbri, Marcella Faraci, Giorgia Favoti, Ludovica Ferraro, Dania Grechi, Cristina Maffia, Francesca Muscatello, Marica Nicolai, Michele Nisi, Matteo Sangalli, Leonardo Tanoni, Davide Tortorelli, Massimo Vazzana, Giulia Visaggi.
“Antigone” è rappresentata in prima nazionale al Festival di Teatro Antico di Veleia il 19,20, 21 luglio 2022. «La città di Tebe si è da poco risvegliata dall’incubo dell’assedio e della guerra, il nemico sconfitto ha abbandonato la pianura. È a questo punto del giorno, trascorsa appena una notte, che comincia l’Antigone di Sofocle. Nel metterla in scena si è soliti dedicarsi interamente al senso delle parole[...] Così agendo il logos diviene padrone della scena[...] Il testo diventa interpretazione registica[...]agli attori viene chiesta l’interpretazione adeguata a quel disegno. Il mio approccio è agli antipodi. Parto dai corpi, non dalle parole, quelle arriveranno dopo, parto dalla materialità concreta di quei corpi tebani, appena scampati al massacro.[...] i corpi sono scossi, turbati, le voci che escono dalle gole risentono ancora della foga nell’uccidere, del terrore di essere stuprate. La mia ricerca con gli attori è quella di trovare le voci che escono da quei corpi tormentati. Sono quelle voci che dovranno pronunciare le parole della tragedia» (Marco Baliani, Note su Antigone)