Un monologo sussurrato, intimo e doloroso ha restituito il senso della rivoluzione di Basaglia, che portò dialogo e rispetto laddove erano di casa camicie di forza, elettroshock e altre forme di violenza.

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17 April 2024

Section:

Cinema and Theater News, XNL News

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Ho interpretato tanti ruoli, ho recitato in tanti teatri, ma ‘Muri’ è il lavoro a cui sono più legata, perché non è solo teatro è qualcosa di più. E farlo in questo luogo ha un valore aggiunto”. Con queste parole un’immensa Giulia Lazzarini ha aperto l’incontro con il pubblico che gremiva il secondo piano di XNL e che si era alzato in piedi per tributarle un lungo, commosso applauso dopo aver assistito ieri sera in religioso silenzio a “MURI – prima e dopo Basaglia”, spettacolo cult di Renato Sarti, attore, regista e autore di testi teatrali rappresentati in Italia e all’estero, scritto a partire dai racconti di alcune infermiere dell’Ospedale Psichiatrico di Trieste. Uno spettacolo che ha riscosso grande successo di critica e pubblico e che ora viene messo in scena solo in poche, selezionate occasioni.

Dopo gli onori di casa della consigliera della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Elena Uber e l’introduzione della direttrice artistica di XNL Teatro e Cinema, Paola Pedrazzini, è andato in scena il monologo – potentissimo nella sua semplicità – di una vera e propria icona del teatro, Giulia Lazzarini, tanto minuta nell’aspetto quanto gigante nella restituzione del senso della rivoluzione di Basaglia. Camicie di forza, lobotomia, elettroshock, questo era il manicomio prima della legge Basaglia. Poi il dialogo e il rispetto hanno preso il posto della violenza, rendendo labilissima la precaria distinzione tra la “normalità” di coloro che dovevano curare e la “follia” dei ricoverati. Nel suo monologo sussurrato, intimo, doloroso, Giulia Lazzarini ha dato voce a Mariuccia Giacomini, infermiera che aveva lavorato all’ospedale psichiatrico di Trieste negli anni a cavallo dell’approvazione della legge 180.

Nel corso della conversazione che si è tenuta dopo il monologo, il regista Renato Sarti, in dialogo con l’altro ospite della serata, il conduttore radiofonico e psicologo Massimo Cirri (“papà” della celebre trasmissione Caterpillar) ha raccontato la genesi dello spettacolo, scritto a partire dalle testimonianze dirette di alcune infermiere – su tutte quella della Giacomini – e ha ricostruito insieme al pubblico la struttura drammaturgica del monologo, che restituisce appieno la figura di Mariuccia – al tempo stesso donna del popolo con la musicalità del dialetto triestìn e infermiera dal lessico tecnico – e che rivendica il teatro come luogo di resistenza. Giulia Lazzarini ha confidato al pubblico la connessione che la lega a questo spettacolo, il lavoro anche linguistico che ha fatto per interpretarlo e il suo incontro con la vera Mariuccia.

L’appuntamento è stato organizzato dalla sezione Teatro, diretta da Paola Pedrazzini, di XNL Piacenza, il Centro d’arte contemporanea, cinema, teatro e musica della Fondazione di Piacenza e Vigevano. In occasione del centenario della nascita di Franco Basaglia, “MURI – prima e dopo Basaglia” e la conversazione successiva hanno inteso approfondire il tema della riforma attraverso la chiave di lettura del linguaggio teatrale, dopo aver dato spazio il mese scorso a quello cinematografico con la proiezione di Matti da slegare di Marco Bellocchio, Silvano Agosti, Sandro Petraglia, Stefano Rulli.

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